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Ottobre 17, 2014
5:00 pm
Ottobre 24, 2014
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Ottobre 31, 2014
5:00 pm

La Rive Gauche Cinema – L’Affratellamento

presenta

venerdì 17 ottobre

come acqua per il cioccolato

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di  Alfonso Arau

con Leonardi, Cavazos, Torne

nel Messico del primo novecento turbato dalle ondate rivoluzionarie, la giovane Tita, la piu’ piccola di tre sorelle, non ha il diritto di sposarsi con Pedro in quanto deve accudire la tirannica madre fino alla morte. lo spasimante della ragazza cosi’, pur di starle vicino, si rassegna a sposarne la sorella maggiore.

Tratto da un romanzo di Laura Esquivel, il film mostra come attraverso un linguaggio segreto, che sfrutta il talento culinario di Tita, la ragazza possa comunicare con l’amato.

Erotismo e piatti prelibati in giusta dose………

venerdì 24 ottobre

Infanzia clandestina

Infancia clandestina di Benjamin Avila ci porta al 1979, nell’Argentina oppressa dalla dittatura militare. I genitori del dodicenne Juan sono oppositori Montoneros in esilio a Cuba, decidono di rientrare per contrastare il regime in patria. . Padre, madre, una sorellina piccola e Juan costretto a cambiare nome, ora sarà Ernesto.

Ma non è facile per un ragazzino custodire segreti, festeggiare un compleanno, tarocco, vedere cose brutte e non poter flirtare con la compagna di scuola Maria. Alternando sarcasmo e visione storica, con anche intermezzi d’animazione, Avila racconta una storia prepotente e di fortissimo impatto emotivo con grande sensibilità, unita a una leggerezza che potrebbe sembrare difficile da trovare in una storia come questa, con la tragedia perennemente in agguato. Talento notevole quindi per un esordiente, ma Avila può fare ricorso a qualcosa che appartiene solo a lui perché la storia che racconta, per quanto un po’modificata, è la sua. Tutto è autobiografico, compresa la vicenda della sorellina finita tra i bimbi rapiti e assegnati a famiglie fedeli al regime (che in realtà era un fratellino, ritrovato solo anni dopo grazie alle nonne di Plaza de Mayo).

La «guerra sucia», la guerra sporca che fa sentire ancora oggi i suoi pesanti strascichi.

Però, appunto, Avila non racconta con la tristezza che pure avrebbe avuto diritto di mettere in gioco, cerca di fare arrivare il dato drammatico della storia lasciando anche affiorare qualche sorriso, affidato spesso alla figura di zio Beto e il suo racconto cinematografico diventa così imperdibile.

Ovunque sia stato presentato il film ha ottenuto un gradimento entusiasta da parte del pubblico facendo incetta di premi. E forse ha proprio ragione Avila quando dice che solo oggi si poteva concepire questa storia, considerata sino a qualche tempo fa sconvolgente e politicamente discutibile, con un taglio che lo porta a raccontare la tragedia senza farsi mordere dall’angoscia. Ancora una volta i bambini ci guardano, e lo fanno davvero, poco importa se si chiamano Juan oppure Ernesto.

venerdì 31 ottobre

La zona

Il nome indica uno di quei luoghi “fortificati” che in Messico come in altri paesi del Terzo Mondo garantiscono sicurezza e comfort alle minoranze privilegiate. La zona in questione è un quartiere di Città del Messico, circondato da altissime muraglie, reticolati, telecamere, squadre di poliziotti privati.

All’interno la vita scorre ovattata e sicura, finché un guasto permette a dei giovani ladri di entrare e tentare una rapina. Un’anziana signora muore e i vigilantes si scatenano in una spaventosa caccia all’uomo. Due dei rapinatori vengono uccisi mentre il terzo, Miguel, scappa e si nasconde nello scantinato della ricca e tranquilla villetta di famiglia dell’adolescente Alejandro, che, per caso lo trova e prima lo segrega, poi cerca di farlo scappare fuori dalla Zona, ma…