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Maggio 17, 2013
8:45 pm

Adattamento e regia – Paolo Biribò

Scena e costumi – Antonio Musa

con

Rossana Conti, Roger Yoffoua Kassi, Pierluigi Logli, Renzo Marilli, Rafael Porras Montero

Due uomini vestiti da vagabondi, Estragone e Vladimiro, stanno sotto un albero in una strada di campagna: un certo Godot ha dato loro appuntamento senza precisare ne’ il luogo ne’ l’orario. I due non sanno neanche esattamente chi sia questo Godot, ma pensano che aspettandolo potranno rimediare qualcosa di caldo da mangiare e un letto dove dormire…


Scritta e pubblicata da Samuel Beckett nel 1952 “Aspettando Godot” è un’opera considerata come la  metafora della condizione esistenziale dell’uomo moderno in cui l’assenza di una vera trama e la mancanza di grandi avvenimenti sono funzionali al tema centrale dell’attesa e a quelli dell’incomunicabilità e della solitudine.

In scena Vladimiro ed Estragone sono due goffi e bizzarri personaggi che rappresentano insieme a strane figure di passaggio le molte sfaccettature dell’essere umano che si dibatte stralunato e confuso nell’attesa di un proprio Godot, di una risposta, di un qualcosa o di un qualcuno che possa rivelare il senso del tutto, il perché della vita. Complementari e contrapposti, intimi, vicini e allo stesso tempo capaci di reciproca insofferenza, i due protagonisti rafforzano col passare delle ore e delle situazioni un rapporto unico, un’amicizia atipica che è la forza stessa della tragicommedia.

Quasi a suggerire che, tra le mille interpretazioni possibili, l’attendere che la vita passi e che passino le difficoltà e che qualcosa di migliore ancora possa succedere e farlo con qualcuno al nostro fianco sia pure opposto a quello che siamo, può non essere un sentire così estraneo a tutti noi.


La forza del progetto teatrale alla base di questo spettacolo risiede in un certo qual modo proprio nel senso di questa amicizia, nella forza inaspettata di questo inedito rapporto umano raccontato sulla scena.

Aspettando Godot è il risultato di un lavoro e di una bella collaborazione che si avvale dell’integrazione e del coinvolgimento attivo di persone con storia, provenienza e formazione diversa. Al fianco dei due protagonisti, ragazzi disagiati ospiti in strutture Caritas Firenze, di cui uno proveniente dalla Costa D’Avorio, ci sono infatti un attore fiorentino, un attore spagnolo e un operatore socio sanitario coordinati da EsTeatro, grazie al lavoro del regista Paolo Biribò. Proprio la scelta di lavorare con persone provenienti da culture ed esperienze diverse ha contribuito a rendere al meglio sulla scena l’umanità che i protagonisti dell’opera intendono rappresentare.

VENERDI’ 17 MAGGIO ORE 20.45

TEATRO AFFRATELLAMENTO, Via Giampaolo Orsini 73

INGRESSO GRATUITO